IL MISTERO DEL TITANIC, IL MISTERO DELLE NUBI DEL TITANIC

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veritas88
view post Posted on 19/7/2008, 02:13




TITANIC
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Il più catastrofico disastro marittimo di tutti i tempi colpì il più grande leviatano mai concepito dall'uomo: il tristemente famoso Titanic, della compagnia White Star Line. La calamità fu eguagliata soltanto da quella del Titan: un immaginario transatlantico di linea andato a fondo
con una tremenda perdita di vite umane nell'aprile del 1898, quattordici anni prima che il Titanic stesso si schiantasse contro l'iceberg che lo fece colare a picco, anch'esso in una sera di aprile. La
cosa strana è che il Titan navigò soltanto nelle pagine di un romanzo di Morgan Robertson, intitolato Futility. Ma i paralleli fra le due gigantesche navi non si limitano al periodo dell'anno e al nome. Il profetico Titan salpò dal porto inglese di Southampton per il suo viaggio inaugurale, proprio come l'inaffondabile Titanic. Entrambe le navi erano stipate fino alle frisate di cittadini facoltosi. Entrambe cozzarono contro un iceberg nello stesso identico punto ed affondarono. Ed entrambe le navi subirono un altissimo numero di perdite umane perchè nessuna delle due disponeva di sufficienti scialuppe di salvataggio. Nel caso del Titanic morirono 1513 passeggeri, la maggior parte per assideramento nelle gelide acque dell'Atlantico. Fra le vittime ci fu anche il famoso spiritualista e giornalista W.T. Stead, che nel 1892 aveva scritto un racconto che prevedeva un analogo naufragio. Ma né Futility, né il racconto di Stead servirono a salvare il Titanic. Ci fu però un'altra premonizione che evitò una tragedia. Nell'aprile del 1935 il marinaio William Reeves
era di vedetta a prua di una carretta, il vapore Titanian, in navigazione per il Canada dall'Inghilterra.
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I ricordi della tragedia del Titanic e le analogie fra i nomi delle due navi ossessionavano il giovane. La prora della nave stava solcando le stesse acque tranquille dove anni prima si era inabissato il "leviatano". E, mentre si avvicinava la mezzanotte, l'ora della fine del grande transatlantico, Reeves rammentò la data del naufragio, il 14 aprile 1912, che era anche la
data della sua nascita. Impressionato dalle coincidenze, Reeves gridò, e la nave si mise in "panne", arrestandosi a un pelo da un iceberg celato dal buio della notte. Poco dopo la montagna di cristallo si rese visibile in tutta la sua minacciosa imponenza. Il Titanian rimase immobile per nove giorni, finché finalmente dei rompighiaccio provenienti da Terranova gli aprirono una via di scampo attraverso la micidiale distesa ghiacciata.
E anche questa storia è giunta al termine, così come la mia serie di articoli riguardanti fatti misteriosi. Ho deciso che per un po' cambierò genere ed argomenti, salvo poi riprenderli in un prossimo futuro, sì perché non so quanto a lungo riuscirò a stare lontano da tutto questo, si sa, l'ignoto è affascinante!

Ma ora viene il bello...
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Il 15 aprile del 1912, una nave alla sua prima traversata tra Southampton e New York affondò trascinando con sé 1498 passeggeri. Si trattava del Titanic, definito “l’inaffondabile”, un prestigioso transatlantico proprietà della White Star Line.
Le cause del disastro furono attribuite ufficialmente alla collisione tra la nave e un grosso iceberg che avrebbe squarciato, in maniera molto grave, parte della sua fiancata destra.
In oltre novant’anni sono state avanzate le ipotesi più disparate sulla causa, o le cause, che provocarono quella terribile disgrazia, dall’errore umano alla sfortuna di schiantarsi sull’iceberg nell’attimo sbagliato. Infatti è stato affermato da parecchi studiosi che se il Titanic avesse virato dieci secondi prima avrebbe sicuramente evitato la collisione, mentre se lo avesse fatto dieci secondi più tardi avrebbe spaccato l’iceberg con la sua robustissima chiglia riportando così dei danni meno gravi di quelli subiti. Questo in base a calcoli e simulazioni effettuate tramite computer.
Ma abbandoniamo per un attimo le congetture logiche e razionali per fare un breve viaggio nel mondo dell’irrazionale. La vera causa potrebbe risiedere in un’antica maledizione.
Facciamo un salto al Cairo nell’anno 1910, due anni prima della disgrazia del Titanic, quando un americano di cui non è noto il nome avvicinò l’egittologo inglese Douglas Murray, proponendogli l’acquisto di un prezioso reperto. Si trattava di un sarcofago rinvenuto nel tempio di Ammon-ra, appartenente ad una principessa di rango vissuta a Tebe attorno al 1600 a.C.


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All’esterno del sarcofago erano raffigurate in smalto e oro, con tecnica raffinata, le fattezze della principessa. Il sarcofago si presentava in perfette condizioni di conservazione.
Murray non si lasciò sfuggire l’occasione e staccò subito un assegno all’americano, il quale non arrivò mai ad incassarlo perché morì la sera stessa.
Nel frattempo Murray aveva già preso provvedimenti affinché il sarcofago venisse spedito nella sua casa di Londra. Un altro egittologo che si trovava al Cairo raccontò a Murray la sinistra storia legata al sarcofago.
La principessa di Ammon-ra, sacerdotessa del culto dei morti, aveva fatto incidere sulle pareti della sua camera mortuaria un inquietante monito: su chiunque avesse spogliato il suo sacello si sarebbero abbattute disgrazie e terrore.
Douglas Murray, però, si fece beffe di quella superstizione fino a tre giorni dopo, quando un fucile gli esplose misteriosamente in mano, durante una battuta di caccia lungo il Nilo. Dopo una settimana di atroci sofferenze in ospedale, il braccio rimastogli ferito dovette essere amputato all’altezza del gomito
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Quello non fu che l’inizio. Durante il suo viaggio di ritorno in Gran Bretagna, due amici di Murray morirono per “cause ignote”. Inoltre i due domestici egiziani che avevano trasportato la mummia morirono nel giro di un anno o poco più.
Per Murray quel sarcofago diventò un’ossessione.

Quando vi posava gli occhi, il viso modellato della principessa sembrava tornare in vita con uno sguardo che gelava il sangue. Alla fine decise di disfarsene ma una sua amica lo convinse a consegnarglielo. In poche settimane la madre della donna morì, lei fu abbandonata dal suo innamorato e in seguito venne colpita da una sconosciuta malattia da deperimento. Alla fine lasciò come disposizione testamentaria che il sarcofago dovesse ritornare a Douglas Murray.
Però Murray, ormai malridotto, non ne volle più sapere e donò il sarcofago al British Museum.
Anche all’interno di questa istituzione, ben nota per il suo rigore scientifico, il sarcofago acquistò un’oscura fama. Un fotografo che aveva scattato alcune foto morì sul colpo, mentre un egittologo responsabile di quel sinistro reperto fu trovato morto nel suo letto.
A questo punto gli amministratori del museo si riunirono in gran segreto, votando all’unanimità di spedire il sarcofago ad un museo di New York, che aveva accettato il dono a patto che però venisse consegnato senza troppa pubblicità e con un mezzo fra i più sicuri.
Il sarcofago non raggiunse mai New York, perché si trovava proprio nella stiva del Titanic quando affondò.
Coincidenza? Disgrazia? O la maledizione della principessa aveva colpito ancora una volta?
Un’enorme incognita rimane per adesso sospesa su queste domande, ma forse un giorno qualcuno riuscirà a trovare delle risposte concrete per svelare questo inquietante mistero
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maxus3logy
view post Posted on 19/7/2008, 09:41




Povero leonardo di caprio d'ho....lui nn cera vero?!?!
 
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candyele
view post Posted on 13/11/2008, 21:52




la piu grande nave della storia che è affondato per colpa di un'iceberg
non e giusto dico io non va affato bene



http://www.webtek.no/titanic/Images/titanic_3.jpg
 
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view post Posted on 14/11/2008, 14:56
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beh, chi l'ha costruita diceva che era la nave "indistruttibile", in fondo è stata praticamente una beffa...

ma se lo avessero fatto con materiali menoscadenti, forse ci sarebbe ancora...
 
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Francoman
view post Posted on 14/11/2008, 17:01




non credo...l'iceberg lo avrebbe fatto affondare comunque...
 
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licantropo94
view post Posted on 14/11/2008, 17:52




pasienza tanto i passeggieri prima o poi sarebbero morti per altri motivi :WDQC3W1: image image image
 
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Francoman
view post Posted on 14/11/2008, 20:06




sei proprio un ottimista xD
 
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licantropo94
view post Posted on 15/11/2008, 19:06




no un realista XD XD XD
 
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candyele
view post Posted on 15/11/2008, 23:33




e vero prima o poi si muore image image image image image image image
 
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Francoman
view post Posted on 16/11/2008, 11:55




ma tutti realisti in questo forum?neanche un ottimista? xD
 
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candyele
view post Posted on 16/11/2008, 12:02




predi la vita come va .
tanto primo o poi si crepa .
vorei esere immortale

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si muore prima o poi . amenoche se non diventi imortale
 
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view post Posted on 16/11/2008, 14:38
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no ma dai...poveracci, è una morte che non invidio per niente...

anche se è vero...di qualcosa si deve morire....forse meglio in quella maniera che di malattie che durano per anni ed anni, e ti riducono ad un vegetale.........

comunque sia, dicono, e ripeto Dicono, che se fosse stato fatto con materiali meno scadenti, in molte più persone si sarebbero salvate, ma non solo, se fossero stati più previdenti da mettere scialuppe di salvataggio in numero maggiore di quelle che ralemente hanno messo, sicuramente, anche qualche persona "non benestante" si sarebbe salvata.

quindi come vedi non ci sono soltanto pessimisti, c'è anche una cinica image
 
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Francoman
view post Posted on 16/11/2008, 19:51




miss mi ha salvato da un futuro realista xD
 
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view post Posted on 17/11/2008, 12:15
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CITAZIONE (Francoman @ 16/11/2008, 19:51)
miss mi ha salvato da un futuro realista xD

sì, però non da un futuro cinico XDXD

apparte gli scherzi, se è morte tutta quella povera gente, sono per i vari motivi sopra elencati, magari succedeva lo stesso, ma non sarebbero morte tutto quelle persone, invece noooo "la nave inaffondabile blablabla"...la natura gli ha dimostrato il contrario!!!
 
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candyele
view post Posted on 19/12/2008, 21:39




CITAZIONE (Francoman @ 16/11/2008, 19:51)
miss mi ha salvato da un futuro realista xD

tu sei strano . gli alieni ti hanno fatto il lavagio del cervello :32RGF32GF: :32RGF32GF: :32RGF32GF: :ygyuf:

CITAZIONE (veritas88 @ 19/7/2008, 02:13)
TITANIC
(IMG:http://www.webtek.no/titanic/Images/titanic_3.jpg)

Il più catastrofico disastro marittimo di tutti i tempi colpì il più grande leviatano mai concepito dall'uomo: il tristemente famoso Titanic, della compagnia White Star Line. La calamità fu eguagliata soltanto da quella del Titan: un immaginario transatlantico di linea andato a fondo
con una tremenda perdita di vite umane nell'aprile del 1898, quattordici anni prima che il Titanic stesso si schiantasse contro l'iceberg che lo fece colare a picco, anch'esso in una sera di aprile. La
cosa strana è che il Titan navigò soltanto nelle pagine di un romanzo di Morgan Robertson, intitolato Futility. Ma i paralleli fra le due gigantesche navi non si limitano al periodo dell'anno e al nome. Il profetico Titan salpò dal porto inglese di Southampton per il suo viaggio inaugurale, proprio come l'inaffondabile Titanic. Entrambe le navi erano stipate fino alle frisate di cittadini facoltosi. Entrambe cozzarono contro un iceberg nello stesso identico punto ed affondarono. Ed entrambe le navi subirono un altissimo numero di perdite umane perchè nessuna delle due disponeva di sufficienti scialuppe di salvataggio. Nel caso del Titanic morirono 1513 passeggeri, la maggior parte per assideramento nelle gelide acque dell'Atlantico. Fra le vittime ci fu anche il famoso spiritualista e giornalista W.T. Stead, che nel 1892 aveva scritto un racconto che prevedeva un analogo naufragio. Ma né Futility, né il racconto di Stead servirono a salvare il Titanic. Ci fu però un'altra premonizione che evitò una tragedia. Nell'aprile del 1935 il marinaio William Reeves
era di vedetta a prua di una carretta, il vapore Titanian, in navigazione per il Canada dall'Inghilterra.
(IMG:http://www.webtek.no/titanic/Images/titanic6.jpg)
I ricordi della tragedia del Titanic e le analogie fra i nomi delle due navi ossessionavano il giovane. La prora della nave stava solcando le stesse acque tranquille dove anni prima si era inabissato il "leviatano". E, mentre si avvicinava la mezzanotte, l'ora della fine del grande transatlantico, Reeves rammentò la data del naufragio, il 14 aprile 1912, che era anche la
data della sua nascita. Impressionato dalle coincidenze, Reeves gridò, e la nave si mise in "panne", arrestandosi a un pelo da un iceberg celato dal buio della notte. Poco dopo la montagna di cristallo si rese visibile in tutta la sua minacciosa imponenza. Il Titanian rimase immobile per nove giorni, finché finalmente dei rompighiaccio provenienti da Terranova gli aprirono una via di scampo attraverso la micidiale distesa ghiacciata.
E anche questa storia è giunta al termine, così come la mia serie di articoli riguardanti fatti misteriosi. Ho deciso che per un po' cambierò genere ed argomenti, salvo poi riprenderli in un prossimo futuro, sì perché non so quanto a lungo riuscirò a stare lontano da tutto questo, si sa, l'ignoto è affascinante!

Ma ora viene il bello...
(IMG:http://www.croponline.org/images/titanic3.jpg)
Il 15 aprile del 1912, una nave alla sua prima traversata tra Southampton e New York affondò trascinando con sé 1498 passeggeri. Si trattava del Titanic, definito “l’inaffondabile”, un prestigioso transatlantico proprietà della White Star Line.
Le cause del disastro furono attribuite ufficialmente alla collisione tra la nave e un grosso iceberg che avrebbe squarciato, in maniera molto grave, parte della sua fiancata destra.
In oltre novant’anni sono state avanzate le ipotesi più disparate sulla causa, o le cause, che provocarono quella terribile disgrazia, dall’errore umano alla sfortuna di schiantarsi sull’iceberg nell’attimo sbagliato. Infatti è stato affermato da parecchi studiosi che se il Titanic avesse virato dieci secondi prima avrebbe sicuramente evitato la collisione, mentre se lo avesse fatto dieci secondi più tardi avrebbe spaccato l’iceberg con la sua robustissima chiglia riportando così dei danni meno gravi di quelli subiti. Questo in base a calcoli e simulazioni effettuate tramite computer.
Ma abbandoniamo per un attimo le congetture logiche e razionali per fare un breve viaggio nel mondo dell’irrazionale. La vera causa potrebbe risiedere in un’antica maledizione.
Facciamo un salto al Cairo nell’anno 1910, due anni prima della disgrazia del Titanic, quando un americano di cui non è noto il nome avvicinò l’egittologo inglese Douglas Murray, proponendogli l’acquisto di un prezioso reperto. Si trattava di un sarcofago rinvenuto nel tempio di Ammon-ra, appartenente ad una principessa di rango vissuta a Tebe attorno al 1600 a.C.


(IMG:http://www.croponline.org/images/titanic2.jpg)
All’esterno del sarcofago erano raffigurate in smalto e oro, con tecnica raffinata, le fattezze della principessa. Il sarcofago si presentava in perfette condizioni di conservazione.
Murray non si lasciò sfuggire l’occasione e staccò subito un assegno all’americano, il quale non arrivò mai ad incassarlo perché morì la sera stessa.
Nel frattempo Murray aveva già preso provvedimenti affinché il sarcofago venisse spedito nella sua casa di Londra. Un altro egittologo che si trovava al Cairo raccontò a Murray la sinistra storia legata al sarcofago.
La principessa di Ammon-ra, sacerdotessa del culto dei morti, aveva fatto incidere sulle pareti della sua camera mortuaria un inquietante monito: su chiunque avesse spogliato il suo sacello si sarebbero abbattute disgrazie e terrore.
Douglas Murray, però, si fece beffe di quella superstizione fino a tre giorni dopo, quando un fucile gli esplose misteriosamente in mano, durante una battuta di caccia lungo il Nilo. Dopo una settimana di atroci sofferenze in ospedale, il braccio rimastogli ferito dovette essere amputato all’altezza del gomito
(IMG:http://www.croponline.org/images/titanic.jpg)
Quello non fu che l’inizio. Durante il suo viaggio di ritorno in Gran Bretagna, due amici di Murray morirono per “cause ignote”. Inoltre i due domestici egiziani che avevano trasportato la mummia morirono nel giro di un anno o poco più.
Per Murray quel sarcofago diventò un’ossessione.

Quando vi posava gli occhi, il viso modellato della principessa sembrava tornare in vita con uno sguardo che gelava il sangue. Alla fine decise di disfarsene ma una sua amica lo convinse a consegnarglielo. In poche settimane la madre della donna morì, lei fu abbandonata dal suo innamorato e in seguito venne colpita da una sconosciuta malattia da deperimento. Alla fine lasciò come disposizione testamentaria che il sarcofago dovesse ritornare a Douglas Murray.
Però Murray, ormai malridotto, non ne volle più sapere e donò il sarcofago al British Museum.
Anche all’interno di questa istituzione, ben nota per il suo rigore scientifico, il sarcofago acquistò un’oscura fama. Un fotografo che aveva scattato alcune foto morì sul colpo, mentre un egittologo responsabile di quel sinistro reperto fu trovato morto nel suo letto.
A questo punto gli amministratori del museo si riunirono in gran segreto, votando all’unanimità di spedire il sarcofago ad un museo di New York, che aveva accettato il dono a patto che però venisse consegnato senza troppa pubblicità e con un mezzo fra i più sicuri.
Il sarcofago non raggiunse mai New York, perché si trovava proprio nella stiva del Titanic quando affondò.
Coincidenza? Disgrazia? O la maledizione della principessa aveva colpito ancora una volta?
Un’enorme incognita rimane per adesso sospesa su queste domande, ma forse un giorno qualcuno riuscirà a trovare delle risposte concrete per svelare questo inquietante mistero
(IMG:http://www.webtek.no/titanic/Images/titanic5.jpg)

molto interesante , brava veritas

da ele
 
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